2. territorio e ambiente

beni ex militari ad usi civici

Lido, un’isola d’oro da aggiustare

un Arsenale in città

Mestre e i centri di terraferma

 

Le schede di programma sono da considerare come BOZZE

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Gruppi di Lavoro venezia camb!a 2015

veneziacambia2015@gmail.com:


beni ex militari ad usi civici

la questione
L’immenso patrimonio ex militare nel comune di Venezia (150 ettari il solo Campo Trincerato di Mestre, 48 ettari l’Arsenale, un settimo della Città Antica, oltre ai forti del litorale e delle isole) potrebbe rappresentare un punto di partenza e un paradigma di pratiche pro-attive nella gestione dei beni pubblici. Ma, fino a questo momento, le amministrazioni comunali si sono mosse con metodo “classico e passivo”: considerando i beni pubblici come un mero peso gestionale, che non può essere più sopportato, e, come una possibile fonte di cassa immediata, una tantum, con la vendita.

I forti del Campo Trincerato di Mestre sono attualmente gestiti in totale autonomia da una serie di associazioni e altri enti no profit senza gravare per un solo euro sulle casse comunali; tali realtà chiedono solo di poter regolarizzare la loro posizione.

Analoghe realtà si potrebbero sviluppare in Laguna e nei litorali utilizzando lo strumento del federalismo demaniale.

In particolare, i compendi maggiori, Forte Marghera e Arsenale rappresentano un’occasione imperdibile per uscire dalla logica degli affidamenti “occasionali” e avviare invece buone pratiche di conservazione e fruizione pubblica assieme ad iniziative economiche sotto uno stretta regolazione pubblica.

I beni ex militari, messi a sistema, presentano potenzialità non solo per non essere alienati e per auto-sostenersi, ma, anzi, per creare valore aggiunto a favore della collettività in termini di fruizione, di miglioramento della qualità della vita e, in prospettiva, anche di apporto economico al bilancio comunale.

le proposte

Un disegno complessivo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ex militare nel comune di Venezia, a partire dalle esperienze positive già realizzate, completando il trasferimento al Comune dei beni ancora demaniali o militari.

Misure e risorse gestionali da attivare in un quadro regolamentare omogeneo che faciliti l’azione del volontariato, consenta il reperimento di risorse economiche a progetto (fondi comunitari, ecc.); che consenta altresì attività economiche adeguate di supporto (punti ristoro, attività ambientali, culturali e artistiche, vendita al minuto di prodotti del territorio, bookshops, ecc.), anche sviluppando nuova imprenditoria sulla base di progetti selezionati ad evidenza pubblica che assicurino ritorni sociali (per la tutela e la fruizione del bene).

azioni

  • regolarizzazione delle gestioni attuali mediante concessioni e regolamenti quadro che consentano anche lo sviluppo di attività economiche appropriate all’interno delle strutture (punti ristoro, attività ambientali, culturali e artistiche, vendita al minuto di prodotti del territorio, bookshops, ecc.);
  • completamento del trasferimento in proprietà al Comune delle architetture militari ancora di proprietà statale sulla base di singoli programmi di valorizzazione e di un piano strategico complessivo comprendente anche i forti già di proprietà comunale.
  • costituzione di authority/ente ( ad esempio Fondazione di Partecipazione)/ufficio comunale per la gestione e la valorizzazione unitaria del sistema “forti”.
  • utilizzo di specifici strumenti di finanza immobiliare pubblica (SGR, SIIQ, ecc.) per Forte Marghera e Arsenale a supporto di un piano direttore di utilizzo (che coniughi tutela del valore storico-identitario e utilizzo economico, che assicuri conservazione e fruizione pubblica, sostenibilità complessiva e relazioni positive con le aree adiacenti.

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Lido, un’isola d’oro da aggiustare

 

 

la questione

L’Isola d’Oro non è più dorata. Conserva ancora molte qualità ma è stata sciupata negli ultimi anni, dalla crisi di un modello turistico e da amministrazioni dissennate. Quella di un tempo non può rinascere, ma dobbiamo aggiustare quello, molto e importante, che è rimasto e reinventare un futuro, sostenibile. Il fallimento dei progetti di trasformazione dei grandi alberghi e di seconde case di lusso (che pochi benefici avrebbero portato all’economia dell’isola) richiede nuove modalità di offerta turistica. Serve un progetto di prospettiva lunga che valorizzi le risorse comuni e l’equilibrio biologico delle isole, che non miri a far cassa svendendo il territorio ma che piuttosto lo tuteli e renda le sue qualità volano di nuove economie.

le proposte

Ripensare l’economia e il turismo dell’isola: offerta alberghiera di qualità, sorretta da una struttura urbana adeguato e integrata da offerte complementari per intercettare il turismo qualificato (culturale, congressistico, naturalistico, del benessere e balneare). Valorizzare le diverse naturalità, l’offerta sportiva, le attività stabili (economiche, culturali, ecc.). Promuovere itinerari ciclabili che possano attrarre un turismo sostenibile anche oltre la stagione estiva. Basta consumo di suolo: incentivare piuttosto l’utilizzo degli immobili in abbandono, facilitare trasformazioni e qualificazioni energetiche degli edifici di scarsa qualità.   Reindirizzare gli interventi pubblici in una logica unitaria che metta a valore le risorse esistenti con lacooperazione tra i diversi enti interessati. Un nuovo volto all’area del cinema e al buco, evitando inutili nuove cubature, sistemando con qualità le aree scoperte e utilizzando per bene tutti i volumi disponibili: senz’altro il palazzo del casinò, ma anche altri compendi pubblici prossimi che possono esser facilmente mesi a rete, anche per distribuire nell’isola gli eventi della Mostra del Cinema. Un quartiere urbano all’ex Ospedale al Mare, aperto, multifunzionale, anche rivolto alla salute e al benessere, che garantisca le funzioni pubbliche del Teatro Marinoni, della Chiesa e della Favorita (centro sportivo e sociale). In particolare è indispensabile la riabilitazione edilizia del Monoblocco ed il potenziamento dei servizi sociosanitari (ospedale di comunità, primo soccorso, ambulatorio medici di base, continuità pediatrica, gruppo di medicina integrata, ecc.).Priorità alle scuole: manutenzione, messa in sicurezza, apertura ed appropriati utilizzi extrascolastici a favore della socialità.

azioni

  • Un programma integrato di riqualificazione dell’isola che integri piano del traffico (con un servizio Actv riorganizzato radicalmente, a partire da sondaggi e suggerimenti degli utenti, anche sperimentando il prolungamento della Linea 20 a Riva di Corinto), rete della ciclabilità, turistica e di prossimità, piano degli arenili (per concessioni e migliori spiagge libere), piano del verde pubblico, piani ambientali e di gestione delle aree Sic, progetti di riqualificazione delle strutture ex militari, misure di mitigazione e misure di compensazione delle opere del MoSE:  una strategia unitaria che badi alla naturalità, alla storia, al riuso, all’economia davvero sostenibile dando valore agli affacci su mare e laguna.
  • Un centro di conoscenza e di informazione, di esame attento e decisioni partecipate di quanto viene proposto/progettato, un luogo attrattivo delle socialità, dell’associazionismo, delle competenze a disposizione della comunità integrato da una rete di spazi a disposizione gratuita per l’associazionismo.
  • Più sicurezza basata su cooperazione tra le forze dell’ordine e gestione del disagio sociale.
  • Isole vicine: Poveglia e Lazzaretto Vecchio da riutilizzare e vivere.
  • Bilancio degli alberi, aggiornato online, e cura dei parchi e delle aree gioco per renderli ben fruibili a bimbi e anziani .
  • Linee guida per agevolare il rinnovo e la qualificazione energetica dell’edilizia privata.

azioni

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un Arsenale in città

la questione

L’Arsenale si estende per 48 ettari, un settimo della città storica, una risorsa enorme per il futuro della città.

Può servire sia a riequilibrare la città che vive sbilanciata soprattutto verso la testa di ponte ovest verso terra ( Piazzale Roma e Ferrovia) sia a ridare un ruolo alle attività maggiormente collegate alla laguna, ai litorali e all’Adriatico, tornando ad essere l’antica “porta di mare”,la porta principale per una città d’acqua.

La Marina Militare detiene la parte più antica a sud ovest e le darsene gli spazi acquei ma non ha più una particolare funzione dopo che il Comando militare dell’Adriatico è stato spostato ad Ancona e dopo che è rimasto disatteso l’impegno da essa preso per un grande museo storico e culturale del mare di ruolo nazionale.

L’area a nord-est del complesso è stata sottratta alle funzioni cantieristiche, con una forzatura del 1995, e data in concessione al Consorzio Venezia Nuova per la gestione e manutenzione del Mose (anche per parti che il Piano Particolareggiato destina a funzioni pubbliche di servizio alla città).

La parte data in concessione alla Biennale e sempre più ampliata, anche in aree, come il giardino delle Vergini, che il piano regolatore destina a verde pubblico.   La Biennale si limita a svolgervi solo esposizioni per alcuni mesi all’anno e non ha mai inteso coinvolgere la Città innescando processi di produzione e sperimentazione artistica e culturale stabili.

Da quando, nel 2012, la proprietà dell’Arsenale è stata trasferita per legge al Comune (tranne dell’area della Marina), questo non ha saputo far altro che gestire in modo riduttivo i pochi spazi liberi e disponibili limitandosi a concederli ad eventi saltuari.

Il Documento Direttore elaborato durante la gestione commissariale ha indicato dei percorsi non opportuni.

le proposte

La nuova amministrazione comunale dovrà invece elaborare, sollecitando la massima partecipazione all’elaborazione ed all’analisi delle proposte, confrontandosi con analoghe esperienze europee e mondiali, un progetto unitario. Un progetto rivolto in particolare ad attività di ricerca, produzione materiale e immateriale, ed esposizione attiva legate all’acqua, all’ambiente e al mare, alle tecnologie e alla storia della città recuperando antiche capacità e sviluppandone di nuove coerenti ed avanzate.

Non si devono concedere assolutamente singole parti ai “migliori offerenti” per attività che non siano coerenti con una visione strategica unitaria da realizzare riconquistando anche parte degli spazi oggi in concessione al Consorzio Venezia Nuova. I bacini vanno riportati all’attività cantieristica e nel breve e nel medio periodo deve restare l’attività di manutenzione dei mezzi Actv. La Biennale deve essere spinta ad un ruolo positivo, realmente di produzione culturale, e non parassitario.

Gestione del processo di riabilitazione dell’Arsenale in trasparenza e partecipata.

azioni

  • completare le analisi svolte solo in parte nel Documento Direttore elaborato durante la gestione commissariale, in particolare verificando obblighi ed adempimenti dei concessionari, le possibilità di accedere a finanziamenti (europei, regionali, ecc.), stato degli immobili ed individuazioni degli interventi manutentivi necessari.
  • portare in pubblico materiali e procedimenti concernenti gli utilizzi immediati e strategici dell’Arsenale.
  • studio approfondito delle forme gestionali utilizzabili, a partire dallo strumento della Fondazione di Partecipazione.
  • su queste basi, completare, correggere, e sostanzialmente riformare il Documento Direttore avviato dalla passata Amministrazione comunale, che comprenda anche una programmazione degli interventi per riaprire stabilmente l’Arsenale alla Città.

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Mestre e i centri di terraferma

 

la questione

Mestre, Marghera e la terraferma sono cuore pulsante della vita e dell’economia veneziana. I lunghi dibattiti che da decenni sono stati portati avanti sulla duplice realtà del Comune di Venezia, di terra e di mare, per citare una locuzione che appartiene al passato, devono essere superati. La terraferma è parte necessaria, vitale, primaria della citta di Venezia. Le due realtà hanno bisogno l’una dell’altra e debbono essere viste, pur con le loro specificità, in un’ottica di grande area metropolitana.

Sono sotto gli occhi di tutti lo spopolamento del centro urbano mestrino da parte dei residenti, l’allontanamento dei servizi essenziali verso i centri commerciali, le scelte poco felici di pianificazione del traffico veicolare, la scarsità di parcheggi e l’aumento dei costi. Gli episodi di violenza, di furto, spesso a danno delle persone più fragili, sono all’ordine del giorno. Tutto ciò fa del centro di Mestre una zona svuotata dei propri residenti, off-limits, spesso insicura, con conseguente impoverimento del tessuto commerciale e delle relazioni sociali.

le proposte

Un’azione politica e di governo disegnata su misura per Mestre e Marghera, che sappia cogliere le specificità territoriali locali dei centri di terraferma, di Chirignago e Zelarino, di Favaro, di Carpenedo e di tutti gli altri luoghi. Azioni concrete per far fronte ai gravi problemi di sicurezza che affliggono il centro urbano, per riportare i giovani a scegliere Mestre come luogo di residenzialità, dove far crescere i figli senza paura. Una città facile da vivere, con mezzi pubblici moderni ed efficienti, che superino la logica di provvisorietà che è stata adottata finora: collegamenti efficienti con l’ospedale dell’Angelo anche dai luoghi oggi scoperti, collegamenti con l’aeroporto Marco Polo degni di una città metropolitana, con completamento ed potenziamento della linea tramviaria. Una visione strategica dell’aeroporto che tenga conto dei luoghi, delle persone, e delle fragilità del territorio. Una città dove si possa respirare aria meno inquinata, dove si possano raggiungere i luoghi verdi e di aggregazione come il Parco di San Giuliano o gli altri parchi urbani utilizzando piste ciclabili sicure, interconnesse, razionalizzate. Un territorio messo al riparo da continui allagamenti, frutto di scelte sbagliate e della mancata o incompleta realizzazione delle opere di messa in sicurezza pianificate.

azioni

Mestre, Marghera, Chirignago e Zelarino, Favaro, Carpenedo come luoghi centrali della citta di Venezia, dove siano presenti istituzioni pronte ad ascoltare le istanze e i problemi dei cittadini e dove vengano discusse coi residenti le scelte e le attività che si vogliono porre in essere.

Cooperazione con le autorità e le forze dell’ordine preposte per la realizzazione di un concreto piano di lotta alla criminalità diffusa, che rende insicuri i centri urbani di terraferma. Garanzia di maggiori controlli soprattutto nelle aree maggiormente a rischio, come Via Piave, la stazione, …altro, soprattutto negli orari serali.

Razionalizzazione, efficientamento e modernizzazione delle linee di trasporto urbano, connessioni capillari con i servizi essenziali quali l’ospedale dell’Angelo, l’aeroporto Marco Polo. Interscambi modali diffusi su tutto il territorio mestrino, per consentire a tutti i residenti, anche più periferici, di fruire dei servizi.

Favorire la vita, la residenza, il commercio, le relazioni sociali nel centro urbano, ripensando le scelte di pianificazione del traffico, dei parcheggi. Sostenere il commercio di vicinato, contrastando le politiche di allontanamento a favore dei centri commerciali. Sostegno ad associazioni locali per l’uso comune di spazi pubblici a vantaggio dei residenti.

Stimolare azioni per iniziative culturali di pregio, favorendo lo sviluppo di opere già iniziate, come il Museo M9, affinché diventi luogo per la cittadinanza, per il pubblico dibattito, per l’aggregazione sociale.

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