L’appello ai candidati «La città volti pagina»

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LA NUOVA VENEZIA 22 MAGGIO 2015 • Mitia Chiarin

IL DIBATTITO DELLA “NUOVA”
MESTRE Nomi e cognomi? Nessuno, salvo Felice Casson che annuncia che terrà per sè le deleghe alla sicurezza e alla Legge speciale. Chi comporrà le future squadre di giunta, in caso di vittoria, degli otto candidati sindaci di Venezia (unico assente, per problemi di salute, Alessandro Busetto del Pcl salutato da un caloroso applauso) sul palco del teatro Corso di Mestre, invaso da almeno 600 persone? Tutti rispondono con cautela.
Tre dei principali contendenti evidenziano la voglia di una netta discontinuità con il passato. «Non ci sarà chi ha fatto parte delle giunte del passato e non accetterò imposizioni dai partiti. In giunta solo persone senza conflitti d’interesse e condanne», annuncia Felice Casson, candidato del centrosinistra. E Luigi Brugnaro, candidato di centrodestra, non è da meno : «Non ci sarà nessuno delle precedenti giunte e lo dico per chiarire che non ci sono patti occulti. Io a 53 anni i patti li faccio solo con i cittadini». Per Gian Angelo Bellati, che ha l’appoggio della Lega e delle civiche, contano «competenza e curriculum». Anche per lui stop al passato. «Mi occupo prima del progetto, poi delle poltrone ma è certo che non accetto apprendistati ma risposte immediate», dice l’ex presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto mentre Camilla Seibezzi, seconda donna in corsa, spiega che la sua lista è «composta di persone competenti e appassionate».
Gli assessori, il Movimento 5 Stelle, dice Davide Scano, li sceglierà sulla base dei curricula puntando su tecnica e merito. «L’amministratore del Casinò andremo a sceglierlo a Macao o Las Vegas, non come l’attuale che guadagna più di Obama e ha portato al disastro il Casinò», rivela. Giampietro Pizzo controbatte: «Nella nostra lista abbiamo un esperto di giochi a livello internazionale. La squadra non l’abbiamo ma abbiamo persone competenti e oneste». L’autonomistaa Mario D’Elia vorrebbe «valorizzare quei dirigenti del Comune che sono competenti, mentre le partecipate vanno tutte chiuse e il Casinò ceduto in gestione ai privati».
Partenza scoppiettante per il dibattito con gli otto candidati sindaci a Mestre, organizzato da la “ Nuova”. Sul palco il direttore Pierangela Fiorani, il caporedattore Luigi Carrai, il cronista Alberto Vitucci. In sala cittadini attenti e pronti a capire. Il clima sul finire si fa caldo: Scano attacca Casson per la scarsa attività da consiglieri e il senatore ribatte che conta di più la qualità. Brugnaro si scaglia contro il genitore 1 e genitore 2 e Camilla Seibezzi si alza e gli va contro. Si parte dalla situazione, difficilissima, del bilancio che il commissario Zappalorto intende varare, tra tagli e aumenti entro il 31 maggio.
Tutti i candidati sostengono, con una firma che è un impegno, di voler salvare i nidi. Si cercano ricette e speranze ma la critica alle amministrazioni precedenti e il passivo dei conti lasciato in eredità alla futura amministrazione, uniscono tutti. «Servono finanziamenti europei e nuove risorse dai flussi di turisti che arrivano in città in giornata», spiega Bellati. Brugnaro spiega che intende «essere come un buon padre di famiglia che non taglia gli asili nido ma taglia i costi inutili», e alla platea che rumoreggia spiega «chi vuole mantenere la situazione attuale non mi voti». Vanno modificare «le norme che strangolano Venezia», continua Felice Casson. «Negli anni passati si è sbagliato molto e occorrerà intervenire subito sulle partecipate», annuncia. Mario D’Elia spiega che Roma, sulle tasse ai turisti ci sente poco: «C’è poco da studiare una nuova tassa se poi come abbiamo appreso dal commissario il governo dice no».
La situazione dei conti del Comune «è drammatica», dice Pizzo ma si «possono recuperare 100 milioni con un punto di Iva destinato alla città e 110 milioni dal turismo con servizi gestiti direttamente dal Comune». Davide Scano spiega di aver proposto di salvare gli asili dai tagli togliendo lo sconto sulle bollette praticato dal Comune alle piscine comunali e spiega che il pre dissesto «avrebbe permesso di spalmare su più anni i sacrifici», ma la gestione commissariale ha preferito i tagli, «per non far emergere il fallimento di chi ha governato la città per 25 anni». La Seibezzi spiega di essersi sganciata dal centrosinistra «perché serve una precisa volontà di cambiamento con la responsabilità di cambiare le cose». Francesca Zaccariotto ricorda che un commissario a Venezia «è arrivato perché qualcuno è stato corrotto» e propone l’uscita dai derivati, prepensionamenti per il 10 % del personale, rinegoziazione dei mutui che valgono 77 milioni. Poi le ricette sulla gestione del turismo e le grandi navi, con D’Elia contestato per il no alla Marittima e la Mestre da rivitalizzare e rendere più sicura: tema su cui l’attenzione di tutti è massima. Alle 23.15, tutti a casa.