Per la Città Metropolitana partiamo dal vero interesse comune: l’ambiente Maria Rosa Vittadini

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La città metropolitana di Venezia sarà istituita a partire dal giorno dopo l’elezione del nuovo Sindaco, in ritardo rispetto a tutte le altre città metropolitane d’Italia, che esistono già dal 1 gennaio del 2015. A Venezia, tra l’arresto del Sindaco e l’imperversare di un Commissario impegnato soprattutto a svendere il patrimonio della collettività, la questione della città metropolitana è rimasta ai margini. E anche nella campagna elettorale i rarissimi brevissimi e vaghissimi cenni di tutti i candidati non fanno ben sperare per il futuro impegno su questo tema: Le voci più forti vengono dai soliti centri di affari e di potere, che si stanno attrezzando per tradurre anche la città metropolitana in un fertile campo per i loro interessi.

Veneziacambia2015 ritiene che il nuovo livello di governo metropolitano sia un tema fondamentale e che la sua azione possa davvero far molto per il benessere dei cittadini. E che dunque da subito occorre occuparsene seriamente. Qui si richiamano solo i primissimi appuntamenti per fare in modo che la città metropolitana inizi a funzionare con il piede giusto, nell’interesse dei cittadini.

Le procedure per l’entrata in funzione della Citta metropolitana di Venezia, che coincide con il territorio della ex Provincia di Venezia, sono fissate dalla legge 114/2014.

Entro 60 giorno dalla elezione del Sindaco occorre procedere alla elezione del Consiglio metropolitano. I consiglieri sono eletti dai sindaci e consiglieri dei 44 comuni del territorio metropolitano che li scelgono tra i medesimi sindaci e consiglieri. I voti sono pesati con un sistema che tiene conto del peso demografico dei singoli comuni. Il sindaco di Venezia è automaticamente Sindaco metropolitano. All’insediamento del Consiglio metropolitano la Provincia cessa di esistere e la Città metropolitana ne eredita le funzioni opportunamente riviste in sede regionale. Da questa stessa data partono 120 giorni entro i quali bisogna elaborare e approvare lo Statuto della città metropolitana..

Queste le aride previsioni di legge. Nel concreto svolgersi di queste procedure è del tutto evidente che l’elezione del consiglio metropolitano è un impegno politico importantissimo e che richiede capacità organizzativa, partecipazione istituzionale ma soprattutto partecipazione convinta dei cittadini metropolitani e delle loro organizzazioni. Da qui prenderà le mosse lo Statuto della Città metropolitana, ovvero il patto fondativo che definirà il funzionamento, i contenuti e gli strumenti d’azione. Compreso il livello di partecipazione democratica dei cittadini alle decisioni.

Insieme allo Statuto la Città metropolitana dovrà elaborare il suo primo Piano strategico triennale. Ovvero un concreto programma di obiettivi e di azioni. Di cosa dovrà occuparsi davvero? Come potrà il governo metropolitano evitare di essere il litigioso campo di concorrenza tra gli interessi di ciascun comune ed essere invece il luogo dove riconoscere gli interessi del territorio più ampio in una visione politica condivisa? Come riconoscere gli interessi comuni e insieme valorizzare l’autonomia di territori così differenti a partire dalla stessa Venezia nelle sua componenti d’acqua e di terraferma?

Sono domande molto impegnative, che richiedono risposte urgenti.

Per Veneziacambia2015 la Città metropolitana comincia dall’ambiente. Poi verranno anche gli altri temi, come quello di arrivare finalmente ad un sistema dei trasporti integrato ed efficiente o ad una organizzazione metropolitana dell’edilizia pubblica. Ma intanto cominciamo dall’ambiente. L’ambiente è già ora con evidenza l’insieme degli interessi comuni dei diversissimi territori che formano la città metropolitana. L’ambiente inteso come qualità delle acque, alimentazione delle falde acquifere, governo del rischio idrogeologico, prevenzione delle inondazioni. Ma anche l’ambiente come fattore di salute, riduzione dell’inquinamento dell’aria e del consumo di suolo. E ancora l’ambiente come tutela della biodiversità, garanzia della qualità dei prodotti agricoli, difesa dalle epidemie.

Una “Città metropolitana resiliente” recitava il titolo del recente incontro organizzato dalla Provincia di Venezia e dall’Università IUAV per presentare i primi risultati di una loro ricerca sulla integrazione dei Piani per l’energia e dei Piani di adattamento al cambiamento climatico. Ovvero un territorio capace di reagire senza traumi ai mutamenti ambientali, adattandosi con opportuni cambiamenti e capacità di trarne vantaggio. Ne emergeva una conoscenza ampia e una proposta di metodo interessante per riconoscere le vulnerabilità di ciascun territorio e le ragioni che danno origine a tali vulnerabilità.

Per il Piano strategico della città metropolitana si può partire da qui: riorganizzando la grande quantità di informazioni che esistono presso le diverse istituzioni proprio per ragionare in termini di vulnerabilità e per avviare attraverso una intensa azione politica di concertazione tra le istituzioni e di partecipazione dei cittadini le azioni necessarie a far fronte alle questioni ambientali: Nella consapevolezze che il futuro sarà dominato dai problemi conseguenti al mutamento climatico e a tutte le sue conseguenze e che il governo metropolitano è la sede giusta per cominciare ad occuparsene da subito.

La città metropolitana di Venezia sarà istituita a partire dal giorno dopo l’elezione del nuovo Sindaco, in ritardo rispetto a tutte le altre città metropolitane d’Italia, che esistono già dal 1 gennaio del 2015. A Venezia, tra l’arresto del Sindaco e l’imperversare di un Commissario impegnato soprattutto a svendere il patrimonio della collettività, la questione della città metropolitana è rimasta ai margini. E anche nella campagna elettorale i rarissimi brevissimi e vaghissimi cenni di tutti i candidati non fanno ben sperare per il futuro impegno su questo tema: Le voci più forti vengono dai soliti centri di affari e di potere, che si stanno attrezzando per tradurre anche la città metropolitana in un fertile campo per i loro interessi.

Veneziacambia2015 ritiene che il nuovo livello di governo metropolitano sia un tema fondamentale e che la sua azione possa davvero far molto per il benessere dei cittadini. E che dunque da subito occorre occuparsene seriamente. Qui si richiamano solo i primissimi appuntamenti per fare in modo che la città metropolitana inizi a funzionare con il piede giusto, nell’interesse dei cittadini.

Le procedure per l’entrata in funzione della Citta metropolitana di Venezia, che coincide con il territorio della ex Provincia di Venezia, sono fissate dalla legge 114/2014.

Entro 60 giorno dalla elezione del Sindaco occorre procedere alla elezione del Consiglio metropolitano. I consiglieri sono eletti dai sindaci e consiglieri dei 44 comuni del territorio metropolitano che li scelgono tra i medesimi sindaci e consiglieri. I voti sono pesati con un sistema che tiene conto del peso demografico dei singoli comuni. Il sindaco di Venezia è automaticamente Sindaco metropolitano. All’insediamento del Consiglio metropolitano la Provincia cessa di esistere e la Città metropolitana ne eredita le funzioni opportunamente riviste in sede regionale. Da questa stessa data partono 120 giorni entro i quali bisogna elaborare e approvare lo Statuto della città metropolitana..

Queste le aride previsioni di legge. Nel concreto svolgersi di queste procedure è del tutto evidente che l’elezione del consiglio metropolitano è un impegno politico importantissimo e che richiede capacità organizzativa, partecipazione istituzionale ma soprattutto partecipazione convinta dei cittadini metropolitani e delle loro organizzazioni. Da qui prenderà le mosse lo Statuto della Città metropolitana, ovvero il patto fondativo che definirà il funzionamento, i contenuti e gli strumenti d’azione. Compreso il livello di partecipazione democratica dei cittadini alle decisioni.

Insieme allo Statuto la Città metropolitana dovrà elaborare il suo primo Piano strategico triennale. Ovvero un concreto programma di obiettivi e di azioni. Di cosa dovrà occuparsi davvero? Come potrà il governo metropolitano evitare di essere il litigioso campo di concorrenza tra gli interessi di ciascun comune ed essere invece il luogo dove riconoscere gli interessi del territorio più ampio in una visione politica condivisa? Come riconoscere gli interessi comuni e insieme valorizzare l’autonomia di territori così differenti a partire dalla stessa Venezia nelle sua componenti d’acqua e di terraferma?

Sono domande molto impegnative, che richiedono risposte urgenti.

Per Veneziacambia2015 la Città metropolitana comincia dall’ambiente. Poi verranno anche gli altri temi, come quello di arrivare finalmente ad un sistema dei trasporti integrato ed efficiente o ad una organizzazione metropolitana dell’edilizia pubblica. Ma intanto cominciamo dall’ambiente. L’ambiente è già ora con evidenza l’insieme degli interessi comuni dei diversissimi territori che formano la città metropolitana. L’ambiente inteso come qualità delle acque, alimentazione delle falde acquifere, governo del rischio idrogeologico, prevenzione delle inondazioni. Ma anche l’ambiente come fattore di salute, riduzione dell’inquinamento dell’aria e del consumo di suolo. E ancora l’ambiente come tutela della biodiversità, garanzia della qualità dei prodotti agricoli, difesa dalle epidemie.

Una “Città metropolitana resiliente” recitava il titolo del recente incontro organizzato dalla Provincia di Venezia e dall’Università IUAV per presentare i primi risultati di una loro ricerca sulla integrazione dei Piani per l’energia e dei Piani di adattamento al cambiamento climatico. Ovvero un territorio capace di reagire senza traumi ai mutamenti ambientali, adattandosi con opportuni cambiamenti e capacità di trarne vantaggio. Ne emergeva una conoscenza ampia e una proposta di metodo interessante per riconoscere le vulnerabilità di ciascun territorio e le ragioni che danno origine a tali vulnerabilità.

Per il Piano strategico della città metropolitana si può partire da qui: riorganizzando la grande quantità di informazioni che esistono presso le diverse istituzioni proprio per ragionare in termini di vulnerabilità e per avviare attraverso una intensa azione politica di concertazione tra le istituzioni e di partecipazione dei cittadini le azioni necessarie a far fronte alle questioni ambientali: Nella consapevolezze che il futuro sarà dominato dai problemi conseguenti al mutamento climatico e a tutte le sue conseguenze e che il governo metropolitano è la sede giusta per cominciare ad occuparsene da subito.