Lettera aperta a Salvatore Settis e alla Città

lettera

Caro Professore,

noi prendiamo molto sul serio quello che Lei scrive a pag. 145 del Suo libro “Se Venezia muore”, laddove parla dei cittadini “resistenti” che devono mobilitarsi per salvare questa straordinaria comunità e forma urbana. Venezia è ricca di “capitale civico”: lo dimostrano le tante associazioni e i tanti cittadini impegnati quotidianamente nel difendere la città e a preservarne il futuro. Di fronte a questa vitale mobilitazione si riaccendono le speranze di chi opera per un autentico cambiamento del governo di Venezia. Dobbiamo però, per onestà intellettuale, segnalare come alcuni, che oggi plaudono a quello che Lei scrive e che all’improvviso vogliono entusiasticamente iscriversi al movimento dei “resistenti” (ricordiamo che fra pochi mesi si vota) hanno sostenuto e sostengono proprio alcuni di quei dannosi progetti da Lei richiamati nel Suo testo. Crediamo sia parte del nostro impegno civico ricordare alcune di quelle decisioni, anche per porvi il prima possibile rimedio:

1) Palais Lumière: delibera di Consiglio Comunale del 23 luglio 2012 con la quale si dava mandato al Sindaco di sottoscrivere l’Accordo di Programma per la realizzazione del progetto “Palais Lumière Pierre Cardin” a Porto Marghera. Bloccato, grazie all’opposizione cittadina.

2) Piano di Assetto del Territorio: adozione, tra proteste e manifestazioni(gennaio 2012)e successiva approvazione senza recepire alcuna delle osservazioni di rilievo presentate da cittadini, associazioni e professionisti.

3) “Palabuco” del Cinema: dopo il blocco dei lavori del nuovo palazzo costati 40 milioni di euro senza realizzare neppure le fondazioni, nel 2013 la Giunta Orsoni propone l’idea (neppure il progetto) di un nuovo palazzetto da “soli” 20 milioni (messi a bilancio 2014). La Biennale dichiara di non averne bisogno. Intanto il palazzo vincolato e inutilizzato dell’ex Casinò si affaccia, privo della sua scalinata (abbattuta), su un desolato piazzale con buco.

4) ex Ospedale al Mare: ceduto alla Cassa Depositi e Prestiti per 50 milioni per “salvare” il Comune dallo sforamento del patto di stabilità (dicembre 2013 – patto comunque non rispettato)senza alcuna garanzia che la sua “valorizzazione” possa essere effettivamente sostenibile.

5) Ca’ Corner della Regina: vendita del palazzo sede dell’”Archivio storico delle arti contemporanee” al gruppo Prada per 32 milioni di euro + 8 milioni condizionati all’eliminazione degli standard pubblici e al cambio di destinazione d’uso (da pubblico a privato) (novembre 2011). La Direzione Regionale per i beni paesaggistici del Veneto non ha ad oggi autorizzato il cambio.

6) Fondaco dei Tedeschi: un progetto di megastore assai poco rispettoso dell’edificio con cambio di destinazione d’uso calcolando un beneficio pubblico di soli 6 milioni di euro (a fronte di una stima di 24).

7) “Regalo” di Piscina a Marghera (era stato presentato come un “regalo” anche il costosissimo ponte di Calatrava !)da parte di un Fondo Immobiliare in cambio del finanziamento pubblico, su terreni privati, di una nuova sede del Mercato Ortofrutticolo (ultima delibera in extremis del Consiglio Comunale nel giugno 2014).

8) Vallenari bis II° Lotto: la Giunta approva il progetto preliminare, di una strada di assai dubbia utilità, per una spesa di 17,5 milioni di euro (aprile 2012) senza condivisione con comitati cittadini e di vicinato. Mutuo BEI per 2 milioni annui a carico del Comune. Conferma del progetto e della spesa in aprile 2014.

9) Arsenale: “valorizzazione” del compendio diventato in gran parte di proprietà comunale con un “Documento Direttore”, senza alcun indirizzo d’uso unitario, non condiviso con cittadini e associazioni che dal 2012 lavorano e inutilmente chiedono trasparenza su concessioni, uso pubblico delle aree, dei percorsi e degli accessi, nonché benefici economici e sociali dell’azione amministrativa.

10) Villa Hériot questo immobile è stato come altri inserito nel piano delle alienazioni per far cassa (10 milioni di euro) e non sforare il patto di stabilità 2014; ora il Commissario Governativo elimina gli standard e cambia la destinazione d’uso da “attrezzature collettive di interesse comune” a “attrezzature ricettive”.

11) Procuratie Vecchie: la passata Amministrazione che ne aveva la disponibilità ne ha fatto un utilizzo inadeguato e ora la gestione commissariale propone la rescissione della convenzione d’uso pubblico con Assicurazioni Generali e cambio di destinazione d’uso (sempre per fare cassa).

12) Vendita di Palazzo Diedo (ex Tribunale di Sorveglianza), Palazzo Gradenigo e Torre acquedotto di S.Andrea. Piano di Alienazioni Immobiliari anno 2014: altri beni comuni in vendita. Tutte queste 12 operazioni sono state realizzate dall’Amministrazione Orsoni (2010-2014) e sono in via di prosecuzione, con lo stesso atteggiamento d’indifferenza e spesso arroganza nei confronti dei cittadini, da parte di dirigenza e attuale gestione commissariale.

E, purtroppo, non è tutto.