Pizzo: Trattenere un punto dell’Iva e regolare i flussi turistici

Giampietro_Pizzo

Gente Veneta, 15 maggio 2015

interviste di Giorgio Malavasi e Serena Spinazzi Lucchesi

«Intendiamo garantire i diritti a tutti, nel rispetto reciproco»

«Un risanamento strut-turale del bilancio»: lo propone Giampietro Pizzo, candidato di Venezia Cambia 2015. Pizzo, 55 anni nato ad Adria e residente a Venezia centro storico, è eco-nomista, esperto di microfinanza e finanza sociale, è presidente di Microfinanza srl e della Rete Italiana di Microfinanza. «Per noi – spiega – nel bilancio le entrate correnti dovranno coprire le spese correnti, mentre le entrate straordinarie serviranno per le spese straor-dinarie. Basta mescolare la gestione ordinaria con le risorse straordinarie».

Ma come intervenire per risanare i conti?

«Abbiamo tre proposte. La prima è la compartecipazione del gettito tributario derivante dal- le imposte indirette prodotte nel territorio. Se un punto percentuale dell’Iva rimanesse in città verrebbero garantiti circa 70-100 milioni di euro, che farebbero la differenza. Dunque il prossimo sindaco dovrà negoziare questo con Roma.

La seconda proposta?

Riguarda l’economia turistica, che deve contribuire al bilancio. La nostra proposta è quella di regolare i flussi, attraverso una carta servizi che offra tariffe dif- ferenziate sulla base dei giorni da “bollino rosso”, o nero o verde. Pensiamo che dal turismo possano derivare risorse per 96 milioni di euro. Infine guardia- mo all’Europa, perché riteniamo che Venezia abbia un’altissima rilevanza culturale, storica, ambientale a livello europeo. E’ possibile partecipare a bandi europei per ottenere risorse, che stimiamo in 30 milioni di euro. Solo con queste operazioni garantiamo tra i 200 e i 230 milioni di euro. Poi però bisogna anche riorganizzare la spesa per operare un vero risa- namento.

Per quanto riguarda l’economia della città, è possibile favorire lo sviluppo di settori alternativi al turismo?

Noi vogliamo favorire il lavoro giovanile, con la nascita di imprese innovative. Venezia, ma intendo centro storico e terraferma, è la città ideale per accogliere start up puntando sulla produzione dell’immateriale e della conoscenza. Serve però una politica che crei le condizioni minime per l’insediamento: non gli incubatori, che sono un’esperienza fallimentare, ma hub d’impresa, esperienze di co-working per rilanciare Venezia come un parco scientifico tecnologico diffuso. Un luogo ideale è l’Arsenale e in questo si potrebbe coinvolgere anche la Biennale, per favorire la produ- zione artistica in città, anche in collaborazione con i poli uni- versitari. Senza dimenticare Porto Marghera, che deve essere rilanciata nella sua vocazione industriale e portuale, ma an- che nella cantieristica, logistica, manifattura leggera.

Quali interventi sulla sicurezza, soprattutto nel centro di Mestre?

La città è sicura quando c’è vita vera e questo significa portare nelle aree desertificate funzioni commerciali, che siano da presidio autentico di una zona. Serve poi coinvolgere le comunità straniere, creando un’alleanza con chi è qui per vivere e lavorare. Come in tutte le comunità, straniere e italiane, ci sono persone per bene e persone che delinquono. Occorre liberarsi dai pregiudizi e dalle contrapposizioni per costruire insieme una città sicura.

Sui temi etici: unioni civili, anche omosessuali, testamento biologico, ideologia gender, qual’è la vostra posizione?

Noi siamo per una città laica in cui ognuno ha gli stessi diritti, nel rispetto delle diverse posizioni. Questa è la dimensione della vera tolleranza. Credo che in una società che cambia non si possa pensare di ostacolare le unioni civili, perché sono una forma di stabilità. E questo riguarda anche le coppie omosessuali. Intendiamo garantire i diritti a tutti, nel rispetto delle diverse posizioni, all’interno di regole di convivenza vera.

05.19.15 • gente veneta

05 • 15 • 2015