L’Arsenale di Venezia non è una balera

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L’Arsenale di Venezia non è una balera

Dopo l’ultima uscita di Luigi Brugnaro, intenzionato ad aprire una discoteca in una delle Tese dell’Arsenale, una domanda sorge spontanea: ma che cos’è l’Arsenale per l’Amministrazione comunale di Venezia? È evidente che Brugnaro e la sua Giunta non hanno (e non si peritano di avere) un’idea organica e forte su questa parte di città, la cui valenza e importanza per Venezia non ha bisogno di commenti.

Per confermare questo stato delle cose basta guardare quello che ha detto e fatto Brugnaro da quando è alla guida della città:

1) Dopo anni di immobilismo (l’Arsenale è stato consegnato al Comune il 6 febbraio 2013!), nel 2022, l’Amministrazione comunale, di concerto con il Ministero della Difesa e dei Beni Culturali ha deciso di cederne porzioni importanti alla Biennale e alla Marina Militare senza preoccuparsi di aprire davvero e stabilmente alla città il complesso;

2) Poi si è concentrato su un suo personale progetto: il Salone Nautico che, dal 2019 per una settimana a giugno, richiama operatori e amanti del settore. Un evento lodevole ma privo di qualsiasi continuità e congruità con l’uso dell’Arsenale per le altre 51 settimane dell’anno;

3) Quest’anno, ecco una nuova iniziativa: il Salone dell’Alto Artigianato: 4 giorni di promozione del saper-fare veneziano; peccato che non sia dato di capire se esista o meno una vera strategia in grado di affrontare – finalmente! – la grave crisi che affligge da anni il settore;

4) Dulcis in fundo: il nostro inarrestabile Sindaco propone di ricavarne una discoteca, anzi forse no!, una palestra, anzi forse no!, un centro sportivo, per “attrarre giovani e farli venire a Venezia” perché – ecco la profonda riflessione – “i giovani la sera hanno voglia di uscire”.

Su quest’ultima novità, vale la pena di spendere alcune parole.

Una discoteca farà pur “voglia di uscire la sera” ma la movida a Venezia sembra proprio l’unica cosa che non manchi. Quello che invece latita sono case e servizi, per giovani e studenti che, oltre a divertirsi, vorrebbero pure poter abitare a Venezia.

La palestra? Ma non sarà proprio quella palestra che gli studenti del Benedetti e del Barbarigo hanno chiesto al posto dell’operazione immobiliare approvata da Brugnaro nell’area dei Gasometri adiacente alla scuola?

Sul centro sportivo, non ci esprimiamo perché non vorremmo che Brugnaro si spingesse sino a proporre un “Arsenale dello Sport”, fotocopia marina di quello milionario progettato su Tessera!

Insomma: poche idee ma ben confuse. Quello che certamente manca, è una visione d’insieme che consenta davvero di ridare vita all’Arsenale, senza tagliarlo a fette e fettine com’è accaduto in questi anni o usarlo all’occorrenza per eventi, feste e quant’altro per ricavarne, attraverso la gestione di Vela, solo denari.

Manca un’azione organica che metta in connessione questa parte di Venezia con il resto della città.

In questi anni, moltissime sono state le iniziative, le analisi, le proposte da parte di associazioni, esperti, operatori per rimettere al centro un vero progetto per l’Arsenale – in particolare vanno ricordate le proposte del Forum Futuro Arsenale – ma, come dice l’adagio, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. O peggio: di chi sente solo il tintinnìo dei schei.

documento-strategico-ffa-pubblicato.pdf (PROTETTO) (wordpress.com)

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